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Le questioni e i grafici importanti per gli investitori multi-asset

Il mercato azionario globale è diversificato come sembra? Le obbligazioni possono offrire una protezione affidabile? Gli investimenti alternativi migliorano il profilo di rischio-rendimento? In questo articolo esaminiamo queste questioni e ciò che comportano per gli investitori che si muovono nel mercato complesso di oggi.

Leggi questo articolo per scoprire:

  • Quanto sono realmente “diversificati” i mercati azionari globali
  • Il ruolo delle obbligazioni nei portafogli multi-asset
  • Se gli investimenti alternativi valgono i costi potenzialmente più elevati

“La diversificazione è l’unico pasto gratis negli investimenti", affermava Harry Markowitz, il pioniere della moderna teoria del portafoglio. Ma per quale motivo?

La diversificazione si basa essenzialmente sulla gestione dei rischi. Gli investitori diversificano gli investimenti al fine di ridurre la volatilità, gestire l’esposizione al rischio e incrementare la resilienza del portafoglio. Un portafoglio ben diversificato può aiutare ad attutire l’impatto delle flessioni di mercato, garantendo al contempo la flessibilità necessaria per affrontare condizioni economiche mutevoli.

La diversificazione può assumere diverse forme: tra asset class (azioni, obbligazioni, asset alternativi), aree geografiche (mercati nazionali e internazionali) e settori (tecnologia, assistenza sanitaria, energia, ecc.). Ripartendo l’esposizione su diverse fonti di rendimento, gli investitori possono ridurre i rischi associati a ciascun mercato, settore o asset class.

Un tipico portafoglio multi-asset combina tre componenti chiave:

  1. Azioni: il motore principale della crescita a lungo termine, che offre apprezzamento del capitale e reddito da dividendi.
  2. Obbligazioni: tradizionalmente considerate come stabilizzatori, forniscono reddito e fungono da contrappeso alla volatilità dei mercati azionari.
  3. Investimenti alternativi: un’ampia categoria che include asset capaci di incrementare i rendimenti corretti per il rischio ma che spesso comportano commissioni più elevate e minore liquidità.

In questo approfondimento, analizziamo tre delle questioni più urgenti per gli investitori multi-asset, corredate da 12 grafici chiave a supporto della narrazione.

I mercati azionari globali sono realmente diversificati?

A prima vista, un portafoglio azionario globale potrebbe sembrare ben diversificato. Ma a un’analisi più approfondita la concentrazione di mercato suggerisce il contrario. Gli Stati Uniti dominano i mercati azionari globali, con il 66,6% della capitalizzazione di mercato complessiva, mentre le altre principali economie come il Regno Unito e la Cina rappresentano rispettivamente il 3,1% e il 2,4% (cfr. Figura 1). Alla luce di questo squilibrio, gli investitori potrebbero domandarsi se la loro esposizione globale sia così diversificata come sembra.

Figura 1: Global equity market cap by region (per cent)

Past performance is not a reliable indicator of future performance.​

Note: Equities indices in GBP, fixed income indices are GBP hedged.

Source: Aviva Investors, Aladdin. Data as of December 31, 2024.

La concentrazione di mercato rappresenta un altro fattore cruciale. Prendendo in esame i 12 maggiori mercati azionari, abbiamo calcolato la percentuale della capitalizzazione di mercato complessiva detenuta dai primi dieci, dai primi tre e dal titolo singolo più grande di ciascun paese (cfr. Figura 2).

La Svizzera si distingue come uno dei mercati più concentrati

Gli Stati Uniti sono uno dei mercati meno concentrati. La Svizzera, invece, si distingue come uno dei mercati più concentrati, il che evidenza come alcuni indici dipendano fortemente da un numero ridotto di operatori dominanti. I dati su Taiwan spiccano per la notevole dipendenza da un’unica società – Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) – che da sola rappresenta il 53% della capitalizzazione di mercato complessiva del paese.

Figura 2: Concentration within the world’s 12 largest equity markets (per cent of total)

Source: Aviva Investors, Bloomberg, Macrobond. Data as of December 31, 2024. 

Tuttavia, un’analisi dell’esposizione azionaria da una prospettiva puramente geografica può essere fuorviante. Una quotazione USA non necessariamente significa che l’attività di una società sia focalizzata sugli Stati Uniti.

Una quotazione USA non significa necessariamente che l’attività di una società sia focalizzata sugli Stati Uniti

Molte delle più grandi aziende statunitensi quotate al mondo – soprattuto nel settore tecnologico – ottengono una quota significativa dei loro ricavi dai mercati internazionali. La Figura 3 illustra i ricavi dei “Magnifici 7”, i sette titoli tecnologici mega cap che hanno dominato i rendimenti negli Stati Uniti e all’interno delle azioni globali negli ultimi anni.

Analizziamo il modo in cui un consumatore europeo può interagire con le società USA: potrebbe affidarsi a software Microsoft, fare acquisti su Amazon, utilizzare le piattaforme di social media di Meta o possedere prodotti Apple. Queste società hanno la loro sede centrale negli Stati Uniti ma generano ricavi a livello mondiale.

Figura 3: Magnificent 7 – revenue generated inside or outside the US (per cent)

The companies mentioned are for illustrative purposes only, not intended to be an investment recommendation.

Source: Aviva Investors, Bloomberg, Macrobond. Data as of October 31, 2024.

Questa portata globale potrebbe suggerire che gli investitori godono di una sufficiente diversificazione all’interno delle azioni USA. Tuttavia, la storia mostra che una diversificazione geografica rimane fondamentale. Fin dagli inizi degli anni 2000, gli Stati Uniti hanno registrato la performance migliore all’interno dei mercati azionari sviluppati una volta soltanto (cfr. Figura 4). La leadership nell’azionario cambia e un’esposizione a più aree geografiche può aiutare gli investitori a cogliere la crescita in diversi cicli di mercato.

Figura 4: Best equity market each year (per cent)

Source: Aviva Investors, Bloomberg. Data as of December 31, 2024.

La diversificazione settoriale anche ricopre un ruolo molto importante. Dal 2000, il settore con la performance migliore negli Stati Uniti è variato con una certa frequenza (cfr. Figura 5).

Sebbene il settore tecnologico sia stato il più forte negli ultimi sei anni, quello dell’energia lo è stato per sei volte, a dimostrazione di come diversi scenari macroeconomici favoriscono settori differenti. Gli investitori che si concentrano troppo su un settore, o una regione, corrono il rischio di non cogliere opportunità altrove.

Figura 5: Top performing sector in the US (per cent)

Source: Aviva Investors, Bloomberg. Data as of December 31, 2024.

Le obbligazioni possono davvero proteggere un portafoglio multi-asset?

La volatilità è il prezzo che gli investitori pagano per i rendimenti azionari. I mercati tendono a crescere nel lungo periodo, ma le fluttuazioni a breve termine possono essere significative. I dati passati dimostrano che, sebbene nella maggior parte degli anni i rendimenti azionari siano stati positivi, i ribassi infra-annuali possono essere significativi (cfr. Figura 6).

Figura 6: Yearly equity return versus largest drawdown (per cent)

Past performance is not a reliable indicator of future performance.

Note: Data used is S&P 500 TR USD. ​The index can provide a broad view of the economic health of equity markets because it covers so many companies in so many different sectors.

Source: Aviva Investors, Lipper, a Thomson Reuters company. Data as of December 31, 2024.

La crisi finanziaria del 2008 e le turbolenze di mercato del 2022 ci ricordano quanto rapidamente i mercati azionari possano invertire la rotta. Periodi di pronunciata incertezza espongono gli investitori a cali repentini, rafforzando la necessità di asset capaci di fornire stabilità.

Quando i mercati azionari affrontano dei ribassi, gli investitori spesso si orientano verso le obbligazioni per ottenere protezione

Quando i mercati azionari subiscono ribassi, gli investitori spesso si orientano verso le obbligazioni per ottenere protezione. Analizzando i primi anni 2000, l’S&P 500 ha registrato tre anni di ribassi annuali consecutivi, con un calo del 9% nel 2000, del 12% nel 2000 e del 22% nel 2001.

Nello stesso momento, le obbligazioni globali avevano registrato rendimenti positivi, fungendo da importante cuscinetto per i portafogli multi-asset (cfr. Figura 7). Pur trattandosi di un solo periodo, questo dato evidenzia un vantaggio fondamentale del reddito fisso: da sempre le obbligazioni hanno contribuito a proteggere i portafogli nelle fasi di calo dei mercati azionari.

Figura 7: Equity and fixed income performance, 2000-2002 (per cent)

Past performance is not a reliable guide to future performance. The value of an investment and any income from it can go down as well as up. ​Investors may not get back the original amount invested.

Note: US equities are represented by S&P 500. Global bonds are represented by Bloomberg Global Aggregate Bond Index.

Source: Aviva Investors, Morningstar. Data as of December 31, 2024.

Dal 2000, le obbligazioni sovrane globali hanno costantemente offerto protezione dai ribassi nei momenti di sell-off dei mercati azionari. Nel corso dei maggiori otto crolli (misurati su periodi di tre mesi consecutivi), le obbligazioni globali hanno generato rendimenti positivi, offrendo agli investitori la necessaria resilienza (cfr. Figura 8).

Questo schema si è ripetuto regolarmente, rafforzando il ruolo delle obbligazioni quali contrappeso alla volatilità dei titoli azionari.

Figura 8: Downside protection – global sovereigns (per cent)

Note: Global equity market drawdowns are measured using the MSCI ACWI Index in local currency terms over three‑month rolling periods. Global treasuries are represented by Bloomberg Global Treasury Total Return Hedged GBP Index.

Source: Aviva Investors, Morningstar. Data as of December 31, 2024.

In quasi cinquant’anni, il mercato obbligazionario ha registrato rendimenti annuali negativi solo cinque volte

I dati storici dicono anche altro. Se consideriamo la performance in tutti i cicli di mercato, le obbligazioni hanno sovraperformato in media le azioni e la liquidità in misura significativa durante le recessioni del 1950 (cfr. Figura 9).

Inoltre, in quasi cinquant’anni, il mercato obbligazionario ha registrato rendimenti annuali negativi solo cinque volte. Questa tendenza costante conferma la ragione per cui le obbligazioni rimangono un’allocazione fondamentale nei portafogli multi-asset, in particolare per gli investitori che cercano di gestire il rischio e preservare il capitale. 

Figura 9: Performance by asset classes across market cycles (per cent)

Past performance is not a reliable indicator of future performance.

Note: Asset class total returns since 1950 represented by S&P 500, Bloomberg Barclays Global Aggregate Bond Index and three-month US Treasury bills.

Source: Aviva Investors, S&P, Bloomberg. Data as of December 31, 2022.

Gli investimenti alternativi migliorano il profilo di rischio-rendimento?

Per decenni, il tradizionale rapporto tra azioni e obbligazioni ha rappresentato una copertura naturale per gli investitori multi-asset. Quando le azioni crollavano, le obbligazioni di solito salivano, creando così una correlazione negativa che bilanciava i rendimenti dei portafogli. Questo modello si è rivelato particolarmente valido nei periodi di bassa inflazione, come gli anni 2000 e 2010.

Con le correlazioni tra azioni e obbligazioni che cambiano, la necessità di altre fonti di diversificazione si è rivelata più che mai importante

Recentemente, tuttavia, questo rapporto è cambiato. Nel 2022, in seguito alla pandemia di COVID-19, l’inflazione ha raggiunto nuovi massimi. Di conseguenza, azioni e obbligazioni hanno iniziato a muoversi nella stessa direzione, indebolendo i vantaggi di diversificazione di un portafoglio tradizionale 60/40 (cfr. Figura 10).

L’aumento dei tassi d’interesse e gli shock inflazionistici hanno portato a cali simultanei di entrambe le asset class, lasciando agli investitori pochi luoghi dove rifugiarsi. Con le correlazioni tra azioni e obbligazioni che cambiano, la necessità di altre fonti di diversificazione si è rivelata più che mai importante.

Figura 10: Inflation’s impact on equity bond correlations

Note: Equity‑bond correlation is calculated using monthly returns with equities represented by S&P 500 and bonds represented by Bloomberg Global Aggregate US Treasuries Index, over an 18-month measurement period.​

Source: Aviva Investors, Bloomberg. Data as of September 30, 2024.

Una possibilità è rappresentata dagli asset alternativi, tra cui figurano real asset (come infrastrutture e immobili), credito privato, fondi a rendimento assoluto, hedge fund e materie prime. In passato, l’oro è stato un degno esempio di asset che ha sovraperformato sia le obbligazioni sia le azioni in determinati contesti di mercato, fornendo una valida copertura contro l’inflazione e il deprezzamento della valuta (cfr. Figura 11).

Figura 11: Performance of gold versus equities and bonds (per cent)

Past performance is not a reliable guide to future performance.​

Source: Aviva Investors. Data as of December 31, 2024.

Ma che impatto hanno gli investimenti alternativi sulla performance del portafoglio? L’analisi di un portafoglio tradizionale 60/40 e il raffronto con un portafoglio che include gli alternativi ne evidenziano i vantaggi.

Integrare gli investimenti alternativi può rafforzare la resilienza del portafoglio

I dati mostrano che l’aggiunta di soluzioni alternative (rappresentate dall’oro e da un fondo a rendimento assoluto) riduce la volatilità, migliora i rendimenti annualizzati e aumenta l’Indice di Sharpe, che è una misura chiave della performance corretta per il rischio (cfr. Figura 12). Ciò suggerisce che integrare gli investimenti alternativi può rafforzare la resilienza del portafoglio, in particolare quando le correlazioni tra gli asset tradizionali aumentano.

Figura 12: Adding alternatives to a 60/40 portfolio (per cent)

Past performance is not a reliable guide to future performance.​

Source: Aviva Investors, Morningstar. Data as of December 31, 2024.

Tuttavia, gli investimenti alternativi implicano dei compromessi. Tendono a essere più costosi, richiedendo spesso commissioni più elevate e orizzonti d’investimento più lunghi. Anche i vincoli di liquidità possono rappresentare un problema, poiché alcuni asset alternativi possono non essere facilmente negoziabili come le azioni o le obbligazioni. 

Conclusioni

Per costruire un portafoglio multi-asset resiliente occorre andare oltre le semplici allocazioni. Un approccio ponderato, che bilanci azioni, reddito fisso e investimenti alternativi, può aiutare gli investitori a gestire l’incertezza e a capitalizzare le opportunità nei vari cicli di mercato.

In un’epoca di correlazioni variabili e di rischi in evoluzione, una reale diversificazione si conferma essere il fondamento di un investimento multi-asset di successo.

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